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Educare all’autonomia: lasciate i bambini liberi di imparare

Fin da subito il bambino usa tutte le proprie forze per diventare autonomo. Solleva la testa, muove le mani, afferra gli oggetti, inizia a stare seduto, poi a muoversi e a camminare, a mangiare da solo, e via dicendo. Ogni cosa da lui compiuta è un gesto da affinare per arrivare a compiere qualcosa di nuovo, da solo, senza l’aiuto di altri.

Si inizia da piccoli e si continua per tutta la vita perché l’autonomia è una cosa cara ai piccini quanto ai grandi. Chi di noi vorrebbe qualcuno che lo aiuti a camminare, a vestirsi o ad andare in bagno? Se non si è necessariamente costretti si fa da sé, anzi, spesso si vorrebbe fare da sé anche quando sarebbe meglio chiedere aiuto.

L’autonomia quindi è il motore che ci spinge a fare le cose, che ci rende capaci e adeguati ad affrontare la realtà esterna. L’autonomia è intesa quindi come adattamento e come sviluppo di sé al fine di giungere ad una propria realizzazione personale. Basti pensare al bambino che per la prima volta riesce a fare qualcosa da sé, il suo sguardo che si illumina e la soddisfazione che ampiamente traspare.

È fondamentale comprendere l’enorme importanza di lasciare i bambini liberi di provare, sperimentare, sbagliare e riprovare di nuovo. La crescita, come la scienza, va per prove ed errori, a tastoni e a tentativi, ma per imparare è necessario vivere e rivivere ogni singola cosa.

Quando un bambino vi chiede o vi fa capire di voler fare da solo, lasciatelo provare, se è necessario spiegategli con dolcezza come può fare, ma ancora meglio lasciatelo semplicemente fare, senza prevaricarlo o sostituirvi a lui, come spesso verrebbe spontaneo fare. Un bambino impiega la stessa tenacia ed energia sia nel gioco che nei gesti quotidiani, è tutto ugualmente importante poiché è tutto da nuovo e da imparare.

A volte noi adulti siamo presi dalla frenesia delle giornate e, immersi dai nostri impegni, oltre ad intimare ai bambini di fare veloci, tendiamo a sostituirci a loro: vestirli, mettergli la marmellata sul pane, lavargli il viso e i denti, infilargli le scarpe… quando crescono spesso se ne stanno tranquilli e lasciano fare, ma da piccoli c’è un particolare momento in cui il grido, vero e proprio, del bambino si fa sentire, con scenate, urla o completo rifiuto di fare una determinata cosa: quello è esattamente il momento in cui il bambino è pronto, vuole imparare. Lasciar scappare quel momento significa perdere un’importante occasione di crescita e di affermazione del proprio sé individuale.

Si sa, ci vuole tempo, ma a volte non poi così tanto.

Spesso non è nemmeno necessario puntare la sveglia molto prima, basterebbe fare con loro le nostre cose. Ad esempio ci si può vestire insieme, mentre lui si veste noi ci prepariamo insieme a lui. Laviamo il viso, indossiamo i nostri indumenti, gli facciamo vedere come facciamo. L’esempio è sempre il miglior modo per insegnare qualcosa: per imitazione proverà a fare lo stesso. Se si abbatte rassicuratelo e fatelo insieme a lui, lasciandogli via via sempre più spazio. Magari i primi giorni ci vorrà un po’ di più, ma con il passare del tempo avrete insegnato a vostro figlio che sì, ce la può fare. Gli avrete dimostrato che riponete in lui la vostra fiducia, che credete nelle sue capacità e soprattutto l’avrete reso autonomo e capace di fare una cosa nuova. Si sentirà appagato e svilupperà sicurezza in se stesso rafforzando la propria autostima.

Mi pare che il gioco vale la candela, no?

Noterete presto come queste dinamiche si ripetano in tutto ciò che fa: dal voler mangiare da solo, prima con le mani, poi con il cucchiaino, al togliere il pannolino.

I bambini più tranquilli potrebbero adagiarsi e accettare più di buon grado l’essere accuditi, ma se lasciate fare loro vedrete presto la loro felicità e soddisfazione.

Non spaventatevi dunque se i vostri piccoli angioletti tutto ad un tratto diventano dei ribelli, in realtà vi stanno solo chiedendo di imparare a fare da sé. Come diceva Maria Montessori vi stanno chiedendo: “aiutami a fare da solo”.

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